In partenza,
almeno, lIstituto ha dunque tutte
le carte in regola per contribuire
alla diffusione
della speranza tra i cittadini europei.
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Riuscirà davvero questo 2008 prima di concludersi, entro
dicembre, a dimostrare di essere stato, per gli europei, lanno
dellentusiasmo? Qualche mese fa lo dava per quasi certo il
presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, alla luce
delle reazioni di diffusa soddisfazione popolare allallargamento
a 25 Paesi del cosiddetto Spazio Schengen, quello in cui gli europei
possono muoversi senza sottoporsi a controlli di passaporti o di
altri documenti didentità, dunque come se fossero tutti
cittadini di una casa comune.
Trascorso qualche mese, il pronostico su un plebiscito di generale
entusiasmo si è indebolito per effetto soprattutto dei contraccolpi
negativi che leconomia dellUnione europea ha subìto
e continua a subire per fenomeni di crisi provenienti da altre aree
del mondo. Come accade davanti alla recessione americana e al vertiginoso
aumento del prezzo del petrolio. E come non potrebbe essere diversamente
dato che, anche nellEuropa comunitaria, a causa, tra laltro,
dei fenomeni prima ricordati, il caso della famiglia che con il
salario e la pensione non riesce ad arrivare alla fine del mese
rappresenta ormai un problema di massa.
Ci dispiace dunque, signor Barroso: per lei e anche per noi. Il
risultato finale dellentusiasmo popolare nel 2008 è
in forse, molto in forse. È invece probabile il risultato
senzaltro apprezzabile con i tempi che corrono
della diffusione tra i cittadini comunitari di una forte speranza
dovuta soprattutto ai successi dellEuropa utile, quella che
lavora per migliorare le condizioni di esistenza di ognuno di noi.
Nellarticolo apparso nel precedente numero di questa Rivista
abbiamo fornito un sommario ma eloquente elenco dei vantaggi che
quindici anni di Mercato Unico, festeggiati allinizio di questanno,
hanno portato e continuano a portare in ogni casa dellUnione.
E tuttavia in un prossimo futuro questo elenco potrà essere
ancora più ampio e significativo se si riuscirà a
rimuovere le ultime resistenze che nei 27 Paesi dellEuropa
Comunitaria ancora si oppongono a una completa libertà di
circolazione delle persone, delle merci, dei capitali e dei servizi
che il Mercato Unico ha promesso di realizzare per trasformare totalmente
e definitivamente in una sola, grande area commerciale quelle che
erano e, in parte limitata sono ancora, tante singole aree commerciali
nazionali.
A fine 2007 la Commissione europea ha annunciato una grande offensiva
contro i residui ostacoli che frenano il completamento degli obiettivi
del Mercato Unico. E nel secondo trimestre del 2008 ha cominciato
a passare dalle parole ai fatti dando vita a una rete, lEnterprise
Europe Network, che ha lo scopo di diffondere in un settore
chiave delleconomia europea, quello delle Piccole e Medie
Imprese, una migliore e maggiore conoscenza degli utili offerti
dal Mercato Unico e delle iniziative da adottare per poterli ottenere.

A questo scopo viene creata una struttura organizzativa che nei
numeri almeno è molto promettente. La rete sarà presente
in tutti i Paesi nellUnione e in altri tredici Paesi non aderenti
allEuropa comunitaria, ma a vario titolo coinvolti nel Mercato
Unico, dunque complessivamente quaranta. Impegnerà 500 organizzazioni
(camere di commercio, agenzie regionali di sviluppo, centri tecnologici
di ricerca, ecc.) in cui opereranno complessivamente 4.000 professionisti
esperti della materia. È da augurarsi che basti per approfondire
adeguatamente tra le Piccole e Medie Imprese le conoscenze sul Mercato
Unico e arrivare a trarne risultati migliori di quelli già
conseguiti.
Liniziativa per ottenere che il Mercato Unico completi la
realizzazione delle sue promesse dovrebbe in ogni caso contribuire
a diffondere speranza tra il popolo dellUnione. E tanto più
perché è accompagnata da uninteressante segnalazione
sui molti benefici che altri atti dellEuropa comunitaria hanno
già portato nel 2007 a tutti i cittadini.
La segnalazione avviene con un opuscoletto edito dalla Commissione
europea e recentemente recapitato sia alle redazioni dei giornali
sia a tutti coloro che, professionalmente, si occupano dEuropa.
È una pubblicazione che già nel titolo promette di
essere un veicolo di fiducia nelle istituzioni dellUnione:
LEuropa e voi nel 2007: un panorama dei successi dellUE.
Si tratta come documenta il testo di successi grandi,
medi, piccoli, già realizzati o in costruzione. Ciascuno
di essi ha lasciato un seguito di apprezzabili vantaggi per i cittadini.
Cominciamo da quanto si è ottenuto con la lotta alla disoccupazione.
Nel 2007 nellUnione europea sono stati creati 3 milioni e
600 mila nuovi posti di lavoro, con la conseguenza di un aumento
dell1,6 per cento del totale del numero degli occupati. Vero
è che buona parte di questi risultati sono stati ottenuti
nei Paesi entrati nellEuropa comunitaria nel 2004. Ma è
anche vero che indirettamente sensibili benefici per i successi
raggiunti in questi Paesi si sono già avvertiti e ancor più
si avvertiranno in un prossimo futuro in tutte le altre zone dellUnione.
In queste zone infatti sta sensibilmente diminuendo lafflusso
di eccessi di quantità di manodopera disoccupata e spesso
anche non specializzata proveniente dallEst europeo.
È comunque un diretto vantaggio oltre che un motivo di orgoglio
per tutti i 483 milioni di cittadini comunitari il fatto che lUnione,
nel 2007, abbia assunto la leadership delliniziativa internazionale
per combattere le emissioni di gas a effetto serra pericolose, comè
noto, per la sopravvivenza stessa del pianeta.
LEuropa comunitaria lanno scorso si è impegnata
infatti: 1) a ridurre entro il 2020 del 30 per cento (rispetto al
1990) le emissioni di anidride carbonica e altri gas nocivi; 2)
ad arrivare sempre entro il 2020 a un risparmio del venti per cento
dei consumi energetici; 3) a triplicare, ancora nello stesso arco
di tempo, la produzione di energia rinnovabile fino a portarla a
rappresentare il venti per cento del totale, rendendo così
possibile, tra laltro, una presenza di biocarburanti non inferiore
al dieci per cento nella benzina e nel gasolio.
E molti altri sono i vantaggi, per tutti, che, come ricorda lopuscoletto,
lUe ha assicurato ai suoi cittadini nel 2007. Lallargamento
dello Spazio Schengen, che giustamente ha suscitato lentusiasmo
del presidente della Commissione Barroso, ha abolito ogni controllo
di frontiera tra Paesi che fino al 1989 avevano come confine la
cosiddetta Cortina di Ferro, rendendo dunque amici e cittadini della
stessa casa comune popoli che per decenni si sono guardati in cagnesco,
pronti ad affidare alle armi la soluzione dei loro contrasti.
Di interesse e di vantaggio comune sono anche le norme per il sostegno
alle aziende agricole e quelle per forme di concorrenza che assicurino
la massima correttezza. Con le prime, varate nel 2007 e in vigore
da questanno, si è offerta ai produttori agricoli la
possibilità di unirsi in gruppi che abbiano la forza e i
mezzi per contrastare la speculazione della grande distribuzione.
Questultima, che controlla dal 70 al 90 per cento del commercio
dei prodotti della terra, li acquista dalle aziende agricole a prezzi
irrisori e, dopo una serie di passaggi, li fa arrivare ai consumatori
a prezzi esosi.
Le nuove norme promettono mezzi per contenere questa speculazione
che danneggia sia i produttori che i consumatori. Ad obiettivi non
troppo dissimili, sia pure in un ambito diverso, hanno mirato le
iniziative per una concorrenza corretta adottate dallUnione
nel 2007.
Anche in questo campo ci sono colossi che con la loro forza economica
e la loro capacità dinfluenza impongono prodotti e
prezzi. Avviene ad esempio per le automobili e per i computer. Emanando
regole sempre più vincolanti e, quando necessario, deferendo
alla Corte di Giustizia europea le aziende che non le osservano
come proprio nel 2007 è avvenuto per la Microsoft,
il gigante dellinformatica mondiale lUnione si
è battuta e continua a battersi per riportare nel settore
ordine e correttezza, ottenendo significativi successi.
Unocchiata, prima di concludere la lettura dellopuscoletto
della Commissione, ai vantaggi che, con listituzione dell
eurotariffa, sono offerti, a partire dallestate
2007, a tutti i 400 milioni di cittadini dellUnione possessori
di telefoni cellulari. In precedenza costoro, se si spostavano da
una parte allaltra dellEuropa comunitaria, dovevano
pensarci non una ma due volte, anche di più, prima di usare
il telefonino per chiamare nel proprio Paese parenti, amici, colleghi
o ricevere da loro telefonate. E se si decidevano, alla fine, di
effettuare la chiamata o riceverla dovevano stare attenti alle decine
di secondi che trascorrevano mentre usavano il cellulare. Altrimenti
rischiavano di pagare vere e proprie tombole.
Con leurotariffa, in vigore dallestate 2007, i costi
si sono notevolmente abbassati. Prima occorrevano 1 euro e 10 centesimi
per ogni minuto di chiamata da cellulare tra un Paese allaltro
dellUnione. Oggi bastano, per la stessa durata di tempo, 49
centesimi. Per ricevere una telefonata sempre da un Paese allaltro
dellEuropa comunitaria con leurotariffa si è
scesi da 58 a 24 centesimi a minuto. Mediamente il risparmio è
stato del 60 per cento.
Si capisce dunque lentusiasmo (in questo caso entusiasmo vero,
non soltanto a livello di speranza) con cui leurotariffa è
stata accolta dagli utenti dei cellulari. Un mese dopo che era entrata
in vigore, nellagosto dello scorso anno, essa era stata sperimentata
e festeggiata da 200 milioni di cittadini.
In definitiva, nel 2007 lEuropa utile, lEuropa al servizio
dei cittadini, ha fatto una buona semina di speranza. E lo stesso
sta facendo nel 2008. Tra le tante iniziative già avviate
o in preparazione un solo esempio, che aggiungiamo al rilancio e
al completamento del Mercato Unico di cui abbiamo parlato allinizio.
Riguarda lIstituto Europeo di Innovazione e Tecnologia. Deciso
dal Consiglio dei Ministri e approvato a fine inverno dal Parlamento
europeo, è ora in fase di partenza con il proposito
di particolare interesse in questo momento di crisi mondiale
di dare un importante contributo alla crescita economica dellUnione
attraverso una sempre maggiore diffusione dellinnovazione
e della tecnologia.
Finanziato da fondi europei, ma sostenuto anche da interventi di
aziende private, lIstituto è pensato e realizzato per
favorire sinergie al massimo livello e forme di attivo partenariato
tra i soggetti che nellEuropa comunitaria sono già
al lavoro o sono pronti a impegnarsi per linnovazione e la
tecnologia. In partenza, almeno, ha dunque tutte le carte in regola
per contribuire alla diffusione della speranza tra i cittadini europei.
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