Dicembre 2009

 

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Spazi vissuti

 

 
 
 

Forse un mattino, andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco. Poi come
s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano col mio segreto.
Eugenio Montale, Ossi di seppia

 

 

Ph. Paolo Margari ©

   
   
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